Finita la guerra il trench entra nei negozi diventando un capo acquistabile da tutti, sia per le sue doti di praticità e versatilità, sia perché andava a costare meno del cappotto.
La sua consacrazione inizia negli anni ‘40, grazie alle dive ed agli attori di rilievo che lo utilizzano per i loro personaggi. Da Greta Garbo, a Marlene Dietrich, a Marilyn Monroe… Fino ad Audrey Hepburn donna dalla classe innata, attrice e modella che non ostentava la sua femminilità ma seguiva l’eleganza allo stesso tempo che se ne fa decretare un’autentica icona. Fra gli attori spiccano Humphrey Bogart, Dick Tracy, Peter Falk e Peter Seller. In poche parole, senza il trench coat, non avremmo avuto il tenente Sheridan, il tenente Colombo, né il film Casablanca, né la saga della Pantera Rosa! Sempre portato col colletto alzato, il trench diventa immancabile in ogni film noir, quasi irradiasse un alone di intrigo e di mistero. Un capo sempre attuale ed elegante dal fascino di chi lo indossa…
Rimane indimenticabile nel film del 1982 Blade Runner, del visionario Ridley Scott, dove Harrison Ford si muove agilmente in scenari futuristici protetto da un intramontabile ed audace trench coat.
In Italia la prima produzione di impermeabili si ebbe nel 1907 nella città di Empoli, in Toscana, grazie alla ditta Barbis Bisonti & Bausi.
Nei successivi anni di produzione esplose e crebbe moltissimo, a dismisura, se si pensa che un sesto dei trench coats distribuiti nel mondo erano prodotti ad Empoli, e che nel 1943, prima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, il distretto empolese era una così grossa realtà che contava oltre 56 ditte ed impiegava ben 20.000 addetti, i molti dei quali erano donne che lavoravano a domicilio, ed aveva ormai raggiunto un know-how tale da essere leader mondiale sorpassando pure le ditte inglesi.

Fu in questi anni che nacquero ad Empoli le confezioni Landi.
Tramandata gelosamente da padre in figlia, la “Landi” è rimasta oggi una fra le ditte tradizionalmente specializzate nella creazione degli autentici impermeabili empolesi che hanno fatto la storia del Made in Italy nel mondo.
Oggi la famiglia Landi, certa che proporre in versione classica il trench regala l’aura degli antichi, è orgogliosa di andare a riproporlo, proprio in versione classica, aggiungendo solo due o tre piccoli tocchi che poco da una parte lo distinguono ma dall’altra.
Vengono usate le stesse tecniche di lavorazione, la stessa cura nei particolari, e si fa nell’impresa con la stessa dedizione e lo stesso amore di allora.
L’amore è sempre…
Va a riproporlo in quella versione rigorosa ed audace che in uno anni ha fatto innamorare di attrici, convinta di andare ad incontrare i gusti ed i sogni di un consumatore attento e raffinato che non rinuncia al culto della propria immagine. Un personaggio che sa osare e decide di voler distinguersi in una società globalizzata che ci vorrebbe tutti uniformati.

Per evitare di autocelebrarsi, cominciamo a spiegarvi

Chi non siamo:
Fedeli al nostro motto: “moda e’ quello che non e’ di moda”, noi de l’impermeabile non siamo moda: non creiamo, un determinato prodotto perche in questo momento “ va di moda”.
In effetti noi, l’impermeabile lo produciamo dal 1948.

Perche’ ?
Perche’ la moda, a nostro avviso, non evolve, ma solamente cambia, distrugge oggi, quello che aveva creato solo un anno prima.
La moda stessa, va a negare al singolo individuo di scegliere, giorno dopo giorno, cosa indossare.
Oggi ci ritroviamo circondati da una molteplicità di oggetti ed in primo luoghi di vestiti che ci restano distanti, estranei alla nostra volontà ed ai nostri sentimenti.
Sta andando poco a poco scomparendo quel processo intimo di appropriazione e radicamento che c’era tra il capo di abbigliamento e il suo possessore.
Non dimentichiamo che la moda ha di fatto favorito l’uniformità a scapito delle scelte personali.
La cultura, e lo stile personale nel vestirsi con gusto proprio se non stiamo più che attenti va a farsi benedire.

Abbiamo perso l’educazione al vestirsi in questo momento storico, spetta dunque a quelle aziende che ancora conservano la memoria storica, ditte specializzate che si sono tramandate conoscenze e valori del prodotto, trasmettere il “senso della ricerca del bello”, la soddisfazione nell’acquisto di capi di abbigliamento; di farvi tornare a guardare prima il modello in vetrina del prezzo.

Noi siamo convinti che lo stile sia rimasto l’unica risposta alla “spersonificazione” della moda di massa.

Sono i modelli che hanno fatto storia, quelli che conservano lo stile, che non hanno necessita di cambiare, di stravolgersi di anno in anno.
Ognuno di noi indossa l’impermeabile col proprio stile, orgoglioso di indossare un’icona.
Attraverso la nostra filosofia, vogliamo riconciliare il rapporto tra l’individuo e il suo stile, in modo da far riaffiorare in ognuno di noi il gusto, la conoscenza dei tessuti, la cultura dei particolari disegnati per uno scopo e modellati dal tempo.
L’impermeabile (a proposito, lo abbiamo chiamato semplicemente cosi, con la elle apostrofata) orgoglioso di essere indossato, audace perchè anticipatore, non semplicemente un capo di quelli che hanno scelto altri al posto vostro, audace perchè si distingue tra la massa, indossato alla vostra personale maniera.
I nostri impermabili si distinguono perchè a noi piace un certo autentico mondo retrò, a noi piacciono le cose vere, ci piacciono le tradizioni, sara perchè siamo toscani, sarà perchè la nostra azienda, nata nel 1948, è alla terza generazione, sarà perchè non sapremmo fare diversamente.
Come era usanza, i nostri impermeabili li consegniamo confezionati nella stessa scatola e con la stessa immagine stampata che usavamo negli anni ‘60.
Con calma, ma sempre determinati, senza cedere a compromessi, riprendiamo in mano ogni stagione i bozzetti degli anni ’60 gelosamente custoditi, alla ricerca dei tessuti originali dell’epoca per proporre i nostri impermeabili ora come allora, con la stessa dedizione.
Cerchiamo: gusto personale, stile che non evapora, cerchiamo individuii audaci, pronti ad esporsi con la loro personalità unica e non confusa nella massa.

... sara’ forse la moda, chissà, ad avvicinarsi a noi?